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Spolvero idee

nella stanza

della ragione…

arresto il fiume

dei sentimenti

che dentro avanza…

per darmi dolore.

Ogni porta

dell’umano sentire

la voce dell’anima

dischiude

con favore.

Camminare

su un fiorito giardino

di variopinte parole

m’accingo

a realizzare.

Incontro

la libertà dei sensi

che il mondo

più non sa donare.

Risveglio

il canto della vita

fuggito

dalla vuota cella

di sospese emozioni.

L’inaspettato

mi coglie

con leggero

pensiero

e dolci sensazioni.

Trasporto

la volontà

nello sconfinato

mare di qualunque

posso.

Eccomi

libero di danzare

ripetendo il rito

della mia scrittura…

sono commosso.

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 Arcangelo Galante - 16/11/2017 06:36:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Un commento più bello non potevi davvero lasciarmelo, squisita Annalisa. Anche tu hai impreziosito il valore del contenuto, nonché l’emblematico messaggio che intendevo trasmettere. Pertanto, ti ringrazio davvero molto per lo splendido segno. Un affettuoso saluto.

 Arcangelo Galante - 16/11/2017 06:35:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Grazie, Gianni Vavassori, per il segno lasciato. Mi fa piacere che tu mi legga spesso. Un caro saluto.

 Gianni Vavassori - 15/11/2017 18:06:00 [ leggi altri commenti di Gianni Vavassori » ]

Bella. solo l’anima può scrivere una poesia così.

 Annalisa Scialpi - 15/11/2017 17:04:00 [ leggi altri commenti di Annalisa Scialpi » ]

Bellissima poesia,
rivela il senso di profonda libertà dell’atto di scrivere che è un vero e proprio ’atto sciamanico’ nel quale la coscienza si dischiude verso altri ’mondi’ non meno reali del reale o di quello che riconosciamo come tale (solo perché non conosciamo il limite e quindi l’illusione della conoscenza attraverso i soli nostri cinque sensi). Bello uscire poi dalla stanza per incontrare chi condivide questi ’viaggi’...
Un caloroso saluto

 Arcangelo Galante - 15/11/2017 12:00:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Concordo con la veritiera interpretazione che m’hai lasciato. Il poetico testo elogia la libera scrittura incoraggiando, in modo anche sottinteso, ad essere se stessi nel trasferire gli aspetti poliedrici dell’io, affinché la penna non resti solamente uno strumento di esecuzione narrativa ma, soprattutto, portavoce di intime riflessioni e percezioni giacenti nell’animo umano. Chiaramente, non tutto si può trascrivere, giacché l’essenza interiore risulta difficile a tradursi esclusivamente con qualche parola, poiché, il pathos, supera di gran lunga ogni genere di scrittura. Inoltre, l’essere autentici, non preclude il raccontarsi intimamente, benché si possa affermare che la scelta dei termini linguistici, è di per sé un segno pensante di chi scrive. Grazie davvero per l’interesse mostrato alla pubblicazione. Un amichevole saluto.
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